Ristoranti stellati Michelin a Berlino: la città con più stelle della Germania!
Berlino oltre ad essere una delle capitali più interessanti d’Europa, dove vivere e quasi toccare con mano la storia europea degli ultimi due secoli, è anche un tesoro di meraviglie culinarie. Capisco che il vostro sopracciglio si sia sollevato con aria scettica, ma un’analisi più approfondita rivela che Berlino è una città con una scena gastronomica eclettica e di primissimo ordine. La capitale tedesca offre una selezione numerosissima di ristoranti gourmet, eleganti e con stelle Michelin.
Ben 23 ristoranti vantano le famose stelle della guida più celebre del mondo, quindi Berlino ha molto da offrire ai buongustai e a tutti coloro che vogliono fare un viaggio gastronomico più ricercato e raffinato.
Nel firmamento Michelin ci sono ristoranti per tutti i gusti, come uno per soli dessert, un pionieristico esperimento di fusione asiatico-tedesca e ristoranti che si sono guadagnati l’ambita stella solo con piatti vegetariani.
Quella che segue è una selezione dei 5 ristoranti stellati che a mio avviso sono tra i più interessanti da provare.
A BERLINO FRA ARTE URBANA, LUSSO E STELLE: IL RISTORANTE GOLVET (1 stella Michelin)
Partiamo con il Golvet. Questo ristorante stellato fonde una cucina raffinata con un’atmosfera informale tipica di molto locali berlinesi.
Il ristorante, situato a Potsdamer Strasse vicino al parco del Tiergarten, si trova all’ottavo piano a 32 metri di altezza e offre quindi un ampio panorama sulla città e su Potsdamer Platz; cosa non da poco in una città dove non ci sono rilievi. Opere d’arte urbana, luminose e accattivanti, sono disseminate in tutto il ristorante e il bagno delle donne presenta persino graffiti originali di un’artista di strada locale.
Su un totale di 470m2 abbiamo non solo una sala che si distingue per le vetrine a soffitto, le sedie di design, gli sgabelli da bar e gli articoli speciali in terracotta, ma anche un bar di ispirazione nordica di ben 13 metri dove potrete sorseggiare un ottimo drink prima del pasto come un cocktail Princess Charlotte con ciliegia, mezcal e ananas. Nonostante una parete lunga e arrotondata che si specchia nell’oro, il lusso è di tipo più raffinato e puristico e mai fastidioso.
Solo sei mesi dopo la sua apertura nel 2017, la guida Michelin ha premiato il Golvet e il suo team intorno a Björn Swanson e Michael Schulz con la prima stella, che il ristorante ha potuto conservare da allora. I due chef vi vizieranno con una selezione gastronomica di cibi deliziosi che vi presenta le tendenze moderne, ma allo stesso tempo completamente senza tempo e individuali.
Gli ingredienti hanno tutti una base regionale e sono di altissima qualità. Potrete gustarli in menù da 4 o 7 portate o direttamente alla carta, spaziando tra pietanze che comprendono granchio reale marinato e agnello di palude salato con crescione d’acqua e scalogno.
Il sommelier Benjamin Becker è responsabile delle gocce nobili, che vi vengono offerte in modo del tutto anticonvenzionale a seconda del sapore e del carattere, piuttosto che della regione.
Potrete terminare la vostra cena estiva al Glovet con dessert particolari come una pavlova profumata e paradisiaca con lavanda Chantilly, fragola Mara de Bois e gelato al miele bruciato o un sorbetto al mojito con rum gelatinoso. Il tutto giusto in tempo per godervi il tramonto e la vista mozzafiato da questo incredibile posto.
CUCINA AUSTRIACA E INGRENDIENTI BERLIENESI: IL RISTORANTE HORVÀTH (2 stelle Michelin)
Il secondo ristorante che voglio consigliarvi è un po’ più classico e al suo interno è infatti in mostra la cucina austriaca contemporanea con ingredienti locali della zona di Berlino. Sto parlando di Horvàth che ha aperto i battenti nel lontano 2008 sul verde Paul-Lincke-Ufer, oltre ai meandri del canale Landwehr per poi arrivare all’attuale gestione nel 2012.
Si potrebbe facilmente passare davanti a questo piccolo e modesto edificio situato nell’alternativo quartiere di Kreuzberg senza fare caso al ristorante, ma una volta assaporati i cibi portati in tavola, iniziano a venir fuori prepotentemente le due stelle Michelin.
L’arredamento in legno, accogliente ed elegante, trasporta gli ospiti nel paese natale dello chef Sebastian Frank, l’Austria, mentre i suoi piatti sono un viaggio nei sapori del comfort alimentare austriaco. Gli ospiti della cena possono scegliere tra menù degustazione di 5 o 7 portate, che propongono piatti di provenienza locale come gli asparagi del Brandenburgo con coniglio stagionato e limone.
I tedeschi hanno sempre avuto un rapporto profondo con gli austriaci quando si tratta del loro cibo. Non molti lo ammetteranno volentieri in città, ma molto del cibo tipico di Berlino si basa direttamente o indirettamente sulla cucina austriaca. Visitate un qualsiasi ristorante tedesco a caso in città e probabilmente troverete sul menù uno Schnitzel e un Kaiserschmarrn. Se si considera questo, sembra abbastanza naturale che uno dei migliori ristoranti stellati di Berlino sia gestito da un austriaco.
L’aspetto visivo iniziale forse non vi sembrerà quello di un ristorante con due stelle, le dimensioni ridotte, la terrazza all’aperto, i pannelli di legno alle pareti; tutti elementi che vi aspettereste di trovare in un ristorante tipico e non in un ristorante innovativo e raffinato. Eppure qui troverete Sebastian Frank, l’austriaco sorridente che ha fatto di questa antica casa il suo personale tempio dello sviluppo culinario.
La prima stella è arrivata nel 2011, la seconda nel 2015 e con essa quella libertà artistica che ha dato allo chef la sicurezza di proseguire la sua visione di una cucina austriaca contemporanea radicata negli ingredienti dell’area metropolitana di Berlino.
Il risultato che vediamo oggi è un menù trionfante che è stato sottoposto ad innumerevoli filtri e che cattura i sensi dal primo piatto all’ultimo bicchiere. Il cibo è spettacolare, ma le bevande meritano di più di una nota a margine. Da un lato si ha una cantina con una selezione unica e molto interessante di bottiglie della regione “Kaiserlich-Kòniglich” dell’ex impero austro-ungarico, e dall’altro un abbinamento di succhi di frutta analcolici fatti in casa incredibilmente impressionante.
Pensate a “Siero di rafano, miele e olio di camelina” o “Acqua di radicchio con olio di mandorle e limone”, abbinamenti incredibili che faranno impazzire le vostre papille gustative.
Ad ogni modo un pasto all’Horvàth inizia sempre con una tazza di aspic fatta secondo un’antica ricetta del 1894, un consommè di carne salato, leggermente acido e saporito, servito caldo d’inverno e freddo d’estate. I piatti che seguono vi sorprenderanno più e più volte come il famoso crowdpleaser “Trota al cioccolato”, un piatto in cui un pezzo di trota incontaminata viene leggermente stagionato e fiammeggiato con un po’ di lardo, condito con una cialda di vitello croccante e poi servito con cioccolato bianco ghiacciato e semi di senape arrostiti.
Dal punto di vista della presentazione visiva i piatti di Horvàth si sono sviluppati enormemente, piatti dannatamente belli ma, soprattutto, anche dannatamente deliziosi. Frank è diventato un maestro nello sposare ingredienti in modi che non ti aspetteresti di lavorare e questa pratica si estende fino agli ultimi petit fours, una brillante pralina di cioccolato al sangue con burro marrone che ridefinirà qualsiasi concetto si abbia sull’uso del sangue in un dessert. Insomma, un tempio del gusto che vale la pena visitare!
BERLINO IN UN PIATTO: IL RISTORANTE EINSUNTERNULL (1 stella Michelin)
Arriviamo al terzo ristorante di questa nostra lista del gusto, si chiama Einsunternull, un luogo perfetto se non si ha il tempo di visitare ogni parte di Berlino poiché vi accompagnerà in un viaggio culinario attraverso i diversi quartieri della capitale tedesca. Ispirato dalla natura multiculturale di questa incredibile città, il capo chef Silvio Pfeufer ha creato un tour di Berlino su un piatto attraverso il suo menù di degustazione di sette portate.
Il viaggio comprende piatti innovativi come la “Short Rib Sonnenallee”, costata corta con lenticchie, melanzane, yogurt e spinaci, ispirata alla vivace strada di Berlino, nota come la “via araba”.
Il nome Eins unter Null (uno sotto zero) si riferisce alla posizione della splendida sala dove si consuma la cena, raggiungibile al meglio con un’ ascensore che rende il viaggio di 10 secondi fino a questo tempio minimalista un piccolo viaggio nel gusto.
Il locale dimostra una sorprendente tranquillità con i suoi arredi grigi e in scala ridotta e un giardino a cielo aperto che aggira tutta la cantina con le sue finestre. Questo affascinate locale è abitato da una squadra di professionisti del servizio gastronomico pronti a servire incredibili pietanze arricchite dall’interessante carta dei vini che bilancia molti classici del vecchio mondo con vini naturali a basso intervento, ma anche con un interessante abbinamento di bevande analcoliche che comprende anche vini come il Kefir e il Kombucha fatti in casa.
Tutto questo arriva al vostro tavolo attraverso una selezione elegante di bicchieri e ceramiche fatti a mano (a Berlino naturalmente). Il concetto di fine-dining focalizzato sul terroir di Eins unter Null (che li limita agli ingredienti locali) è incentrato sull’uso diffuso di ingredienti conservati, lo chef Andreas Rieger è davvero un maestro di tutte le cose fermentate e sottaceto.
Chiamatelo pure un atto di necessità causato dalle limitate offerte della regione del Brandenburgo durante le stagioni buie, fatto sta che quest’anno la cantina del locale ha accolto 1,5 tonnellate di barattoli fatti in casa di qualsiasi cosa, dagli asparagi ai frutti di bosco, dalle mele all’abete rosso, e molti di questi ingredienti provenivano dal giardino privato dello chef che coltiva fuori da Eberswalde. Praticamente il concetto di regionalità espresso ai massimi livelli!
DOLCI STELLATI A BERLINO: DESSERT BAR CODA (1 stella Michelin)
Veniamo ora ad un vero unicum qui nella capitale tedesca, parliamo di un “Dessert Bar”.
Coda è un locale che è riuscito ad incorporare perfettamente un menù di dessert con un bar, il tutto arricchito da una stella Michelin.
Coda, il concetto di ristorazione all’avanguardia di Neukolln, è situato nella Friedelstraße dietro il numero 47. Oltre quella facciata senza pretese si trova un locale eccezionalmente fresco, buio e minimalista, con tavoli di cemento dove vengono serviti elaborati dessert raffinati accanto a cocktail stellari in un progetto la cui fama, giustamente, si estende già ben oltre i confini della città di Berlino.
La mente che sta dietro al Coda si chiama Renè Frank, un uomo carico di riconoscimenti della scena gastronomica tedesca. Il suo curriculum di 17 anni come chef, in cui solo negli ultimi anni si è concentrato sul lato pasticceria, include il recente ruolo di capo pasticciere presso l’istituzione a tre stelle Michelin, “La Vie”, a Osnabruck.
Quando gli fu proposto di aprire un dessert Bar a Berlino non ha esitato un secondo, è stata l’occasione perfetta di realizzare un suo antico sogno: una pasticceria di alta gamma fusa in un cocktail bar dove il cibo, le bevande e il servizio sono tenuti secondo i più alti standard. Venite qui per un menù degustazione da sette portate oppure, se amate fare tardi, dopo le 22 per un menù da quattro portate e per un drink.
Avrete sempre spazio per i dolci dello chef Renè, poiché la sua filosofia si basa sulla mancanza di zuccheri aggiunti e su ingredienti leggeri. Il suo tipico dessert al cioccolato, dove una leggera mousse al cioccolato viene servita con gelato alle prugne sottaceto, gelato alle fave tonka, prugne secche, salsa di cicoria e polvere di carbone, potrebbe sembrare un po’ folle, ma è davvero uno dei suoi più sicuri crowdpleasers. Il piatto poi arriva al vostro tavolo in una campana con fumo di legno di prugna che viene rimossa in uno spettacolo di eteree figure mentre vi gustate la vostra bevanda abbinata, un lambrusco secco che viene spruzzato con del whisky di malto.
Una meravigliosa vetrina della filosofia del Coda e probabilmente il dolce più divertente di Berlino in questo momento. Divertitevi a scoprire i dessert di questo fuoriclasse della pasticceria e aggiungeteci il fatto che questo è anche un cocktail bar di classe mondiale, dove il barista Julian produce tutti i miscelatori e gli sciroppi da zero, e scommetto che la voce sul cocktail bar più innovativo della Germania continuerà a diffondersi.
FUSION TAILANDESE NEL CUORE DI BERLINO: IL RISTORANTE KIN DEE (1 stella Michelin)
Finiamo con un esperimento davvero singolare, un ristorante fusion thailandese!
Voi vi chiederete cosa ci sia di nuovo, visto che a Berlino di ristoranti asiatici ce ne sono a bizzeffe, ma Kin Dee è qualcosa di unico. Un ristorante concepito per “mangiare bene” dove lo chef Dalad Kambhu ha stravolto tutti i canoni con un fusion pazzesco a cavallo tra regionalità e tradizioni culturali.
Situato nel quartiere di Schöneberg merita davvero una visita, come merita un approfondimento la storia del suo chef. Dalad è nata e cresciuta in Thailadia, ha trascorso i suoi primi 20 anni a New York, dove ha studiato e fatto la modella mentre lavorava nel settore della ristorazione. Dopo un rapido lavoro in cucina a Parigi è approdata a Berlino. Nel 2017 apre il suo Kin Dee per onorare la cucina dei suoi antenati e nel 2019 arriva la prima stella Michelin a sancire un successo in costante crescita.
Il suo cibo è molto radicato nella cucina thailandese originale, ma se si parla con Dalad ci si rende conto che passa ogni minuto della veglia pensando a come portare i suoi piatti a nuovi livelli. Due cose le sono imprescindibili: non scendere mai a compromessi sulla qualità degli ingredienti e non dimenticare mai le tradizioni della cucina e delle tecniche alimentari thailandesi. Su un piatto questo significa sostituire i classici ingredienti asiatici con alternative regionali dove si valorizza il km 0 e la qualità. Il menù degustazione varia da sette a nove portate.
Ma non fatevi ingannare dal concetto di menù degustazione, dalla raffinatezza dello spazio o dai piatti di straordinaria bellezza. Il focus è chiaro, il cibo è semplice e buono. Piatti leggeri e freddi come il cavolo rapa Som Tham, il lardo di maiale e la versione di Khambu di Miang Kham, dove usa le foglie di indivia in sostituzione delle foglie di betel che creano un contenitore intelligente, fresco e croccante per una miscela esplosiva di gusto con arachidi, pezzi di lime, peperoncini e cipolle.
I piatti caldi poi sono spesso accompagnati dalle migliori salse mai provate, come il luccio persico fritto intero e accompagnato da un’incredibile salsa di tamarindo o del manzo al curry con melanzane. Gli ingredienti del curry sono quanto di più tradizionale si possa trovare, ma l’esecuzione e la qualità di questi piatti superano qualsiasi esperienza ordinaria di curry mai provata.
E potremmo continuare a citare piatti epici, come braciole di maiale scottate, pollo alla curcuma e così via. Andate da Kin Dee oggi e potreste trovare un’intera nuova gamma di piatti nel vostro menù tutti a seconda della stagionalità e del livello di ispirazione di questo incredibile chef.
Kin Dee resta quindi una delle migliori esperienze thailandesi contemporanee disponibili a Berlino e in Germania in questo momento, una perfetta scusa per spezzare l’eccesso di cucina tedesca e provare qualcosa di più esotico. Cosa mi resta quindi se non augurarvi Buon Appetito?
IL PRIMO TRE STELLE A BERLINO: IL RISTORANTE RUTZ (3 stelle Michelin)
Il cielo sopra Berlino brilla un po’ più luminoso da oggi! Ci è voluto molto tempo, ma finalmente la capitale tedesca ha il suo primo ristorante tre stelle Michelin!
Parliamo del “Rutz”, sito in Chausseestraße a Mitte e in cui il direttore di cucina Marco Müller e lo chef Dennis Quetsch si sono così fatti strada nella classifica mondiale della guida gastronomica, dove si trovano insieme ad altri nove ristoranti in Germania.
Il ristorante Rutz dicevamo, si trova al primo piano di un edificio poco appariscente nella Chausseestraße. Divenne noto come “Rutz Weinbar“, ma questo si riferisce solo al piano terra, dove vengono effettuate degustazioni di vini. Il nome ricorda il fondatore e sommelier Lars Rutz, morto di cancro poco dopo l’inaugurazione nel 2001.
Il menù degustativo dal nome “Natura e Aroma” si compone di un minimo di sei portate fino a un massimo di otto. Tra le prelibatezze da gustare possiamo trovare “granchio imperiale, dragoncello e tuorlo d’uovo”, “trota di sorgente lardo e bottarga, cavolfiore e ginepro” o “vitello Koji, cavolo e pera con pane vecchio”. I vini di alta qualità, che vengono venduti a un prezzo forfettario, sono una parte essenziale del concetto – non c’è da stupirsi, dato che l’amministratore delegato Carsten Schmidt, insieme alla moglie Anja, è anche il proprietario della catena berlinese “Weinladen”. Entrambi sono stati appena elogiati dal festival “Mangia! Berlino” come “promotori della cultura del divertimento berlinese“.
Lo chef Müller ha fatto “uno sviluppo favoloso in poco tempo“, è stato così che Gwendal Poullennec, direttore internazionale della Guida Michelin, ha giudicato il “Rutz”. I piatti sono pieni di finezza. “Si distinguono anche chiaramente nel loro distinto rapporto con la natura attraverso i prodotti di stagione e il rapporto intimo dello chef con i suoi fornitori”.
Müller ottiene infatti i suoi prodotti principalmente da agricoltori, cacciatori e produttori regionali con i quali ha un rapporto di lunga data.
Nella stanza degli ospiti al primo piano, gli ospiti con una prenotazione di alcuni mesi di anticipo possono mangiare un menu con sei o otto portate per 158/198 euro (acqua inclusa). Chi vuole avere un assaggio per meno soldi può scendere al piano inferiore dell’enoteca Rutz, dove vengono serviti vini pregiati al bicchiere e aperitivi abbinati. Si consiglia la prenotazione!
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