Iponti di Berlino non sono solo passaggi, ma connessioni tra storie, arte e identità di una città in continua trasformazione. Attraversarli significa entrare in dialogo con il passato, scoprire l'arte, l'ingegneria e la cultura che si intrecciano in ogni pietra, arco e balaustra.
Tutta la città, così come il nome stesso di Berlino, che in antica lingua slava significa “piccola palude”, è strettamente legato alla sua natura geomorfologica di zona lacustre, caratterizzata da falde acquifere superficiali, fiumiciattoli e acquitrini.
Tuttavia, grazie anche all’opera degli esperti olandesi calvinisti richiamati nella capitale della Prussia dalle condizioni favorevoli create dall’Editto di Potsdam del 1685, questa situazione sfavorevole si trasformò in un’opportunità.
Molti bacini furono prosciugati, dando vita a nuove aree utilizzabili, come il quartiere olandese Bassin a Potsdam. Numerosi tratti del fiume Sprea vennero regolati, dotati di chiuse e collegati a canali navigabili e porti fluviali.
In questo modo, intere porzioni di città, a partire dall’Isola dei Musei, furono unite tra loro da una moltitudine di ponti.
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Oggi Berlino è tra le città europee con il maggior numero di ponti, sfiorando il migliaio in area urbana! Spesso, durante le nostre visite guidate di Berlino e nei percorsi quotidiani di chi la vive, si attraversano quasi senza accorgersene.
Molti di questi ponti sono moderni, ma alcuni conservano un valore storico e simbolico significativo.
JUNGFERNBRÜCKE
Questo ponte, oggi quasi nascosto tra edifici moderni vicino al Nikolaiviertel, è l’ultimo esempio rimasto di un tipico ponte olandese, un tempo comune sia a Berlino che nel Brandeburgo.
Costruito nel XVII secolo, il ponte collegava le cittadine di Berlino e Cölln, originariamente separate dal fiume Sprea, a Friedrichswerder e al Leipziger Tor. L’attuale struttura risale al 1798: le arcate laterali sono in pietra arenaria rossa, mentre la campata centrale è basculante per permettere il passaggio di navi con alberi alti.
Nonostante i componenti metallici siano stati rinnovati nel tempo, il meccanismo rimane essenzialmente inalterato, rendendo il Jungfernbrücke una preziosa testimonianza della storia berlinese. Questo ponte, così semplice e discreto, narra la storia delle prime connessioni tra due realtà cittadine che, unite, formarono il cuore della Berlino moderna.
SCHLOSSBRÜCKE
Il ponte Schlossbrücke, opera del celebre architetto Karl Friedrich Schinkel, sostituì il vecchio Hundebrücke (ponte dei cani), dove un tempo elettori e re radunavano i loro segugi prima di partire per la caccia nel vicino Tiergarten. Progettato nel 1818 e completato nel 1824, il ponte fu concepito come nuovo collegamento tra lo Schloss e il Lustgarten prospiciente, con il lato opposto che si affaccia sul lungo boulevard Unter den Linden.
La struttura è caratterizzata da tre pilastri con eleganti arcate in pietra, accentuate da piedistalli in granito rosso. Sulla balaustra spiccano le ringhiere in ghisa color verde salvia, ornate da ricchi motivi dell’antica Grecia, tra cui cavallucci marini e delfini scolpiti con grande maestria.
Le otto stupefacenti statue in marmo di Carrara furono aggiunte tra il 1847 e il 1857, create da scultori della scuola del maestro Christian Daniel Rauch.
Le statue narrano l’allegoria della vita militare, celebrando il militarismo prussiano come una vocazione eroica. La sequenza scultorea rappresenta il soldato nel suo percorso ideale: dall’infanzia, quando è raffigurato come un bambino che gioca con le armi, alla giovinezza, in cui si addestra con disciplina e vigore, fino all’età adulta, quando combatte con coraggio sul campo di battaglia. L’apice della narrazione si raggiunge nella morte gloriosa, dove il soldato, caduto per la patria, è accolto da una dea della vittoria, che lo corona con un’alloro.
Attraverso una composizione di gesti solenni e panneggi dinamici, le statue evocano un senso di maestosità, celebrando quelli che furono i valori fondamentali del militarismo prussiano del XIX secolo, valori che aprirono la strada alle due guerre mondiali del Novecento.
A pochi passi da questo ponte, presso la Neue Wache, la Germania riflette oggi sulla tragedia causata da quel militarismo: il dolore di una madre che ha perduto il figlio in guerra ha preso il posto della glorificazione della “morte eroica per la patria”.
OBERBAUMBRÜCKE
L’Oberbaumbrücke deve il suo nome alla parola “Oberbaum”, che letteralmente significa “albero superiore” e richiama il palo di legno chiodato che, abbassandosi sul fiume, isolava un tempo i confini esterni della città. Questo ponte, costruito in stile gotico con mattoni rossi e caratterizzato da sette arcate, fu realizzato tra il 1894 e il 1896 in occasione della mostra industriale di Treptow, seguendo i progetti dell’architetto Otto Stahn. Le due torri imponenti che affiancano la campata centrale dovevano richiamare una porta cittadina, mentre il viadotto ferroviario era stato concepito per somigliare a un chiostro.
Importante collegamento stradale nel centro città, il ponte fu fatto saltare in aria durante la Seconda guerra mondiale e successivamente riparato solo provvisoriamente, consentendo il passaggio esclusivamente ai pedoni. Durante le vicende del Muro di Berlino, l’Oberbaumbrücke divenne un simbolo della divisione, collegando visivamente i settori Est e Ovest.
Nel 1996, le torri furono restaurate, mentre la sezione del viadotto ferroviario distrutta venne sostituita da una struttura in acciaio basata sugli eleganti e arditi disegni dell’architetto Santiago Calatrava. Oggi, il ponte non separa più i due distretti che dal 1961 al 1989 furono drammaticamente divisi, ma rappresenta un simbolo di unione al centro del grande distretto di Friedrichshain-Kreuzberg, nelle vicinanze della celebre East Side Gallery.
MOLTKEBRÜCKE
Il Moltkebrücke, ampio ed elegante ponte in pietra arenaria rossa, collega la Willy-Brandt-Straße (nota come Moltkestraße fino a gennaio 1998) con la strada Alt-Moabit. Per chi arriva in treno alla Stazione Centrale di Berlino, il ponte appare sul lato destro, monumentale e isolato, stagliandosi in primo piano sullo sfondo del complesso della Cancelleria federale e, più lontano, del Bundestag.
Costruito tra il 1886 e il 1891 sotto la direzione artistica di Otto Stahn, il ponte è intitolato a Helmuth von Moltke, capo dello stato maggiore prussiano dal 1857 al 1888. La particolarità del Moltkebrücke risiede nelle sue decorazioni, che includono immagini e sculture realizzate da artisti di spicco dell’era guglielmina e dedicate a temi militari.
Sui pilastri fluviali dell’arco centrale si trovano allegorie evocative: un gufo seduto su libri e mappe, simbolo della saggezza del generale, e un’aquila prussiana che si erge sopra trofei, rappresentante la vittoria nella guerra franco-prussiana del 1870-1871 sotto la guida di Moltke. Le chiavi di volta dei tre ampi archi fluviali presentano teste coronate da ghirlande d’alloro. Sull’arco centrale, i ritratti di Moltke appaiono su entrambi i lati, affiancati da effigi di Cesare e Atena, simboli di tradizione e saggezza militare.
Sopra le otto sculture ornamentali sulle balaustre si ergono lanterne di bronzo decorate con steli circondati da puttini vestiti e armati da soldati romani. Ai piedistalli di testa del ponte troneggiano grifi che reggono gli stemmi di Prussia, Berlino e Parchim, quest’ultima la città natale di Helmuth von Moltke.
Il ponte subì gravi danni durante la Seconda guerra mondiale, come testimoniano i numerosi segni, fori e lacune ancora visibili. Fu riaperto nel 1947 e successivamente restaurato e modernizzato tra il 1983 e il 1986. Oggi, una targa commemorativa sull’arco centrale lo descrive come “un richiamo costante alla pace e alla comprensione“.
Questi ponti non sono solo infrastrutture: sono testimoni vivi della storia e della trasformazione di Berlino. Esplorarli significa immergersi in racconti che intrecciano ingegneria, arte e il complesso passato della capitale tedesca.